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Slide La ricerca clinica continua a salvare vite.
Grazie al contributo di tutti.
L’attività di ricerca è fondamentale per curare i pazienti al meglio e proteggere le persone dalla malattia, anche quando scoppia una pandemia. Quanto studiato in ambito COVID-19 ha dato e continua a dare risultati importantissimi. Il ruolo dei ricercatori è cruciale, ma solo col sostegno dei pazienti, dei medici di famiglia e dei tanti generosi donatori possiamo fare davvero la differenza.

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Abbiamo contribuito a salvare la vita di tanti ticinesi malati di COVID-19 con un farmaco già esistente per l’ipertensione

Durante la prima ondata dell’epidemia abbiamo svolto uno studio su 576 pazienti ricoverati all’EOC che ha riunito un gruppo multidisciplinare di clinici e ricercatori statistici dell’EOC, dell’Università della Svizzera italiana e dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Questo ha dimostrato, tramite analisi statistiche avanzate di integrazione dei dati demografici e clinici dei pazienti, che le comuni terapie antipertensive – i cosiddetti farmaci “RAASi” – riducono di oltre il 60% il rischio di mortalità nei malati COVID-19 considerati a maggior rischio di decesso perché in età avanzata e/o con patologie renali e cardiovascolari.

Questo studio insegna tre lezioni: in primis, che un farmaco noto e sicuro, usato comunemente e prescritto di routine dai medici di base per la cura dei pazienti ipertesi, risulta ridurre la mortalità tra le persone colpite dal COVID-19, quando sono in trattamento con questi farmaci. Secondo, che solo con metodi biostatistici sofisticati si possono “smascherare” informazioni che con un approccio convenzionale passerebbero inosservate. Terzo, che anche nel contesto del nostro Cantone Ticino un grande lavoro di squadra può portare a scoperte importanti.

Siamo il centro di riferimento nazionale per la sicurezza dei vaccini COVID-19

Swissmedic, l’Istituto Svizzero per gli Agenti Terapeutici, ha definito l’Istituto di Scienze Farmacologiche della Svizzera Italiana (ISFSI) dell’EOC quale Centro di riferimento a livello nazionale per l’analisi e valutazione dei casi di effetti collaterali ai vaccini COVID-19. L’Istituto si occuperà degli aspetti di sicurezza dei vaccini analizzando in modo rigoroso e dettagliato i casi di reazioni avverse provenienti dalle varie regioni del Paese e notificati dagli operatori sanitari o dai cittadini stessi nell’ambito del sistema svizzero di farmacovigilanza, che è stato potenziato per l’emergenza sanitaria.

Il prestigioso incarico, che conferma le competenze cliniche dell’Ente, è un tassello nell’impegno nell’ambito della ricerca sui vaccini. Sono infatti diversi gli studi in corso, focalizzati in particolare su popolazioni per le quali vi è carenza di dati o con patologie particolari. Anche grazie alle collaborazioni sia a livello locale che internazionale, come all’interno della rete EUVAP – European Vaccine Trial Accelerator Platform, si porteranno avanti ricerche con approcci innovativi, eventualmente con combinazioni di diversi vaccini finalizzate anche ad un miglior controllo delle varianti.

Sviluppiamo tecnologie innovative per monitorare a domicilio pazienti oncologici affetti da COVID-19

Monitorare a domicilio i parametri vitali dei pazienti oncologici affetti da Covid-19: è questo l’obiettivo di un progetto pionieristico dell’Istituto Oncologico della Svizzera italiana (IOSI) premiato in occasione del congresso annuale della Società svizzera di ricerca sul cancro. È risaputo che i pazienti oncologici figurano spesso fra le categorie più a rischio sia di contrarre l’infezione da Covid-19 che di un decorso più grave della malattia. Il monitoraggio a domicilio consentirebbe a questi pazienti di essere seguiti in permanenza dagli specialisti, senza doversi recare in ospedale.

Lo studio prevede l’applicazione sul paziente di una sorta di cerotto altamente tecnologico collegato ad una rete di piccoli apparecchi portatili che sono in grado di misurare sette parametri vitali direttamente al domicilio del paziente: la frequenza respiratoria, la frequenza cardiaca, la temperatura, una derivazione dell’elettrocardiogramma, la postura, il numero di passi e il rilevamento di un’eventuale caduta.

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Abbiamo identificato metodi di prevenzione per proteggere meglio dal contagio gli operatori sanitari dei nostri ospedali

I risultati di uno studio relativo ai dati dei test sierologici COVID-19 eseguiti presso i collaboratori delle strutture sanitarie ticinesi, hanno dimostrato che le misure di protezione messe in atto a livello ospedaliero sono strumenti efficaci di protezione e di riduzione della trasmissione del virus. Infatti, la presenza di anticorpi è stata registrata nel 10% dei professionisti coinvolti: il dato è equiparabile ai risultati dello studio Corona Immunitas condotto presso la popolazione ticinese, ma soprattutto dimostra che gli operatori sanitari con esposizione a COVID-19 hanno un rischio assoluto di sieropositività solo leggermente più elevato rispetto alle persone senza esposizione alla malattia.

Lo studio, completamente condotto in Ticino, è stato possibile grazie a una intensa collaborazione tra EOC, Istituto di ricerca in biomedicina (IRB, affiliato all’USI), Humabs BioMed (filiale di Vir Biotechnology), l’Istituto di salute pubblica dell’USI, la Clinica Luganese di Moncucco (CLM), il Cardiocentro e la Clinica Hildebrand, ha coinvolto 4’726 professionisti sanitari attivi negli ospedali del Cantone.

Abbiamo studiato nuove procedure per garantire cure di qualità a tutti i malati. Anche in piena pandemia

La pandemia di COVID-19 ha messo sotto pressione il sistema ospedaliero e richiesto un’immediata riflessione sulle modalità di gestione dei pazienti. Così diversi studi hanno indagato le modalità migliori di presa a carico dei malati, fossero questi affetti da COVID-19 o altre problematiche, nonché su come potessero essere gestite situazioni particolari in adempienza delle nuove linee guida e limitazioni imposte dalla situazione sanitaria.

Grazie al lavoro svolto, abbiamo rimodellato i processi nell’ambito delle cure palliative cercando di garantire accompagnamento e sostegno da parte dei familiari dei pazienti, con le adeguate protezioni. Abbiamo indagato come le molte applicazioni possibili della telemedicina possano entrare in gioco in momenti di pandemia per i malati di COVID-19 con insufficienza cardiaca, quali sono i limiti e le sfide. Altre ricerche si sono invece chinate su come la pandemia abbia influenzato le tempistiche di interventi chirurgici o la propensione delle persone a rivolgersi al pronto soccorso, e con quali conseguenze.

Abbiamo disegnato percorsi di cura specifici per diabetici, cardiopatici e pazienti con altre malattie croniche affetti da COVID-19

Obesità, diabete, malattie respiratorie, cardiopatie, malattie del fegato, malattie autoimmuni: sono solo alcune delle malattie croniche che interessano un numero importante di ticinesi. Come si combatte il COVID-19 in questi pazienti, già sottoposti a terapie e con un quadro clinico che presenta fattori di rischio? Attraverso le nostre ricerche abbiamo potuto progettare percorsi terapeutici, ossia identificare i farmaci più adatti e definire le cure più efficaci in base alle malattie concomitanti.

Così abbiamo capito che eseguendo una speciale tracheotomia (percutanea) per i pazienti affetti da COVID-19 che soffrivano già di malattie respiratorie, risultava possibile ed efficace una ventilazione svolta dal personale infermieristico debitamente formato. Questo significa che non si rendeva necessario il trasferimento in cure intense e dunque una ripresa più veloce del paziente ed una maggiore flessibilità a livello logistico. Oppure, abbiamo scoperto che i pazienti con diabete di tipo 2 possono risultare positivi al COVID-19 per più tempo, nonostante non siano più infettivi.

Una ricerca clinica intensa e multi-disciplinare sul COVID-19

La diffusione del COVID-19 ha imposto alla comunità medica di fare ricerca sul tema in modo urgente e con un approccio multi-tematico. In linea con la propria missione di ricerca, EOC ha risposto immediatamente a questa necessità organizzando studi scientifici e ricerche specifiche su diversi ambiti correlati alla malattia con interessamento di multipli settori medici, come anche dell’area infermieristica.

Sin dalle prime avvisaglie della pandemia, e in modo continuativo, i nostri ricercatori non si sono mai fermati. Questo lavoro è fondamentale per migliorare la risposta dell’ospedale alla particolare situazione venutasi a creare, per conoscere la malattia e sapere come curarla, per identificare strategie efficaci per proteggere le persone. Lo sforzo e l’approccio multidisciplinare hanno inoltre gettato le basi per lo studio di eventuali future pandemie.

Più di recente, con l’arrivo dei vaccini, il nostro ospedale si sta muovendo con la ricerca anche e abbondantemente in questo campo. Così si stanno sviluppando studi sulla risposta immunitaria ai vaccini, in particolare per categorie specifiche di persone: pazienti dializzati, pazienti oncologici, anziani. I risultati consentiranno non solo di conoscere meglio la reazione ai vaccini, ma saranno utili anche a livello pratico per sapere come comportarsi in presenza di alcuni gruppi di persone, ad esempio se è necessario prendere precauzioni aggiuntive per tutelarle sia in ambito medico che all’interno del nucleo familiare.

ECCO ULTERIORI STUDI PUBBLICATI IN RELAZIONE AL COVID-19

Ai medici ricercatori che si pongono la domanda di ricerca e avviano uno studio. Agli infermieri che si occupano della raccolta dei dati. Ai medici di famiglia che segnalano potenziali candidati. Alla rete di partner che collaborano con noi per la riuscita della ricerca.

Ai pazienti che si mettono volontariamente a disposizione per partecipare alle ricerche: così ci aiutate a cambiare il corso degli eventi. E infine a tutte le associazioni, le fondazioni e le persone che, a titolo pubblico o privato, sostengono economicamente questo grande lavoro di squadra.

Grazie al vostro fondamentale contributo, il nostro lavoro progredisce migliorando la cura dei pazienti, soddisfacendo le loro esigenze e quelle delle loro famiglie e formando il personale medico e sanitario di domani. Senza di voi, non potremmo raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci poniamo per il futuro. Grazie!

PER SAPERNE DI PIÙ E DARE IL TUO CONTRIBUTO ALLA RICERCA

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Ente Ospedaliero Cantonale
Area Formazione accademica,
ricerca e innovazione

Unità di grants e fundraising
Rif. Maria Montilla
maria.montilla@eoc.ch
+41 (0)91 811 79 68

AFRI e la ricerca EOC

L’Area Formazione accademica, Ricerca e Innovazione (AFRI) dell’EOC è stata istituita in previsione dell’apertura della Facoltà di Scienze Biomediche presso l’Università della Svizzera Italiana-USI. Ha il compito di coordinare con l’USI l’attività di formazione e ricerca all’interno di EOC.

Nel campo della ricerca l’AFRI aiuta a sviluppare progetti che contribuiscono a prevenire le malattie, adattare le terapie ai bisogni di ogni paziente e trovare cure meno invasive e più efficaci.

La ricerca clinica si svolge nei reparti di cura ed è coordinata dalla Clinical Trial Unit, mentre la ricerca di laboratorio è riunita nei Laboratori di Ricerca traslazionale EOC.

Collaborazioni
I ricercatori EOC lavorano a stretto contatto con diversi partner scientifici attraverso la partecipazione attiva a consorzi di ricerca e reti accademiche, inclusa l’Università della Svizzera Italiana -USI. I progetti di ricerca vengono sviluppati in collaborazione con diversi attori a livello internazionale, nazionale e territoriale. Inoltre, i gruppi di ricerca contano sulla collaborazione di importanti aziende, agenzie governative ed enti privati che destinano con fiducia risorse finalizzate ai nostri progetti nel campo della ricerca medica.

Ambiti di ricerca
Cardiologia
Chirurgia viscerale
Ematologia
Farmacoepidemiologia
Gastroenterologia ed epatologia
Imaging
Malattie infettive
Malattie dei reni
Malattie tiroidee
Neuroscienze
Oncologia
Ortopedia
Pediatria
Ricerca infermieristica

ALCUNI NUMERI

  • Più di 70

    Medici EOC con titolo accademico

  • Più di 30

    Ricercatori post-dottorali

  • Più di 20

    Dottorandi

  • Più di 500

    pubblicazioni scientifiche

  • Più di 100

    studi clinici avviati nel 2020